Corrado Vernò

Graphic designer

Chi arriva a Tecla, poco vede della citta', dietro gli steccati di tavole, i ripari di tela di sacco, le impalcature, le armature metalliche, i ponti di legno sospesi a funi o sostenuti da cavalletti, le scale a pioli, i tralicci.
Alla domanda: - Perche' la costruzione di Tecla continua cosi a lungo? - gli abitanti senza smettere d'issare secchi, di calare fili a piombo, di muovere in su e in giu lunghi pennelli.
- Perche' non cominci la distruzione, - rispondono.
E richiesti se temono che appena tolte le impalcature la citta' cominci a sgretolarsi e a andare in pezzi, soggiungono in fretta, sottovoce: - Non soltanto la citta'.
Se, insoddisfatto delle risposte, qualcuno applica l'occhio alla fessura d'una staccionata, vede gru che tirano altre gru, incastellature che rivestono altre incastellature, travi che puntellano altre travi.
- Che senso ha il vostro costruire? - domanda. - Qual e' il fine d'una citta' in costruzione se non una citta'? Dov'e' il piano che seguite, il progetto?
- Te lo mostreremo appena termina la giornata; ora non possiamo interrompere, - rispondono.
Il lavoro cessa al tramonto.
Scende la notte sul cantiere.
E' una notte stellata.
- Ecco il progetto, - dicono

da: Le Citta' Invisibili di Italo Calvino

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